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Diocesi: Storia

 

La presenza della tradizione della Chiesa Orientale in Italia ha origini antiche: esse risalgono alla prima metà del VI secolo, quando Giustiniano, Imperatore dell’Impero Romano d’Oriente, s’impossessò dell’Italia. Questo dominio si prolungò durante gli anni, anche se successivamente interessò solamente le regioni meridionali dell’Italia, che vanno dalla Puglia alla Calabria e fino alla Sicilia. In questo contesto un avvenimento di grande interesse per la Chiesa di tradizione orientale in Italia furono le migrazioni di moltitudini di monaci che, perseguitati dagli imperatori avversari del culto delle sacre immagini, i cosiddetti iconoclasti, lasciarono la loro terra e si stabilirono in Italia, soprattutto in Sicilia, dove, benchè sempre soggetti al dominio di Costantinopoli, trovarono requie. La conquista della Sicilia da parte degli arabi spinse questi monaci ad emigrare verso la Calabria. In questa regione si assiste perciò ad una grande fioritura del monachesimo basiliano, detto così perchè i monaci si ispiravano alla regola di San Basilio. 

La vicenda di questi epigoni della Chiesa Orientale in terra d’Italia stava per esaurirsi, quando, a rinvigorire quella tradizione, arrivarono gli albanesi.

Tra l’arrivo dei monaci orientali e quello degli albanesi un grave evento aveva turbato la pacifica convivenza tra la Chiesa d’Oriente e la Chiesa d’Occidente: lo scisma. Nel 1054, con il reciproco anatema tra il Patriarca di Costantinopoli, Michele Cerulario, e il Papa di Roma, Leone IX, i destini della Chiesa Cattolica e della Chiesa Ortodossa andarono dividendosi. Gli albanesi che raggiunsero l’Italia durante il XV secolo appartenevano alla Chiesa d’Oriente, e precisamente al Rito Bizantino. Giuridicamente la Chiesa d’Albania negli ultimi due secoli del I millennio era stata soggetta al Patriarcato di Costantinopoli. Tuttavia allorchè Costantinopoli cadde in mano turca e quando successivamente l’ Albania fu occupata dai Normanni, di fatto, il Patriarcato di Costantinopoli non rivendicò più questo suo potere. Nel XV e XVI secolo si era consolidata in quella regione una situazione che faceva dipendere tutta l’Albania dall’Arcivescovo di Ocrida che poteva fregiarsi del titolo di Arcivescovo di tutta l’Albania. La stessa giurisdizione dell’Arcivescovo di Ocrida si estendeva anche sugli albanesi d’Italia. Questa situazione è stato uno dei motivi per cui anche le autorità ecclesistiche accolsero di buon grado i fedeli d’oriente. Altro motivo storico è da ricercare in ciò che accadde nel 1439 con il Concilio di Firenze. A quel Concilio parteciparono tutti i rappresentanti delle Chiese d’Oriente e di Occidente, che alla fine dei lavori firmarono un documento formale d’intesa, sancendo l’unione tra le due Chiese. Appena giunti a Costantinopoli i gerarchi della Chiesa d’Oriente che avevano firmato l’intesa dovettero subire la dura contestazione del popolo, che, per varie ragioni, che spesso esulavano dal contesto religioso, non voleva l’unità. Sopraffatti dalla contestazione denunciarono che il loro consenso era stato estorto dai rappresentanti della Chiesa d’Occidente, di conseguenza l’unione sancita a Firenze non era valida. Nonostante ciò la Chiesa d’Oriente non ripudiò ufficialmente il Concilio di Firenze se non nel 1484 quando, in un sinodo riunito a Costantinopoli, stabilì la formula per ricevere i latini che si convertivano 3. Tra il 1439 ed il 1484, dunque, almeno ufficialmente, la Chiesa d’Occidente e quella d’Oriente erano tornate all’unità, appartenevano all’unica Chiesa indivisa. A questa Chiesa a pieno titolo può ascriversi la Chiesa Cattolica-greco-bizantina degli albanesi d’Italia.

Nel 1888 gli italo-albanesi inviarono al Papa una supplica, per reclamare l’autonomia ecclesiastica, corredata da migliaia di firme. In quel tempo Pontefice era Leone XIII, che mostrava particolare interesse per l’Oriente. A lui successe Benedetto XV, che istituì l’Eparchia di Lungro per gli albanesi di Calabria e dell’Italia continentale. Pio XI nel 1937 ha istituito l’Eparchia di Piana degli Albanesi per gli albanesi di Sicilia, e nello stesso anno ha elevato a Monastero esarchico il cenobio di Grottaferrata. L’Eparchia di Lungro è stata istituita il 13 febbraio 1919 con la Bolla Catholici fideles; primo vescovo fu nominato Mons. Giovanni Mele, nato ad Acquaformosa nel 1885 .

 

 

 

 

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