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     In passato, il catechismo era un passaggio educativo obbligato. Inserito nel riitmo scolastico, spesso, fino alla prima XX secolo, si riduceva a essere una materia da imparare a memoria.
     Oggi si insiste sul tempo di maturazione necessario per diventare cristiani. Il catechismo non obbliga a credere, ma fornisce ai bambini gli elementi per scoprire Gesù Cristo e i valori che esprime attraverso il vangelo, e ad affezionarsi Lui.

È un periodo di iniziazione che apre un cammino. Il catechista stesso, come ogni cristiano, percorre il suo cammino di fede.

       Molti genitori sono disorientati davanti alle domande poste dai propri figli, che li rimandano alle loro stesse domande. Ancora più difficile, davanti a un evento drammatico, dare un po’ di speranza. “perché tutti dobbiamo morire?”. Per i catechisti è essenziale lasciar emergere le domande che nascono in loro. A volte i testi biblici stimolano i bambini a fare altre domande sulla complessità della vita, e danno loro l’occasione di camminare insieme per trovare delle aperture, o per tranquillizzarsi ………
    Il catechismo si vive!
I metodi pedagogici del catechismo si sono radicalmente evoluti. Ormai, si tratta soprattutto di far scoprire che la fede non significa soltanto sapere delle cose su Cristo, ma un modo di vivere con lui giorno dopo giorno. Il bambini dai 8 ai 13 anni hanno il gusto della sperimentazione e oggi vengono molto sviluppate le attività di gioco collettivo, di cui vanno matti. Se i suoi obiettivi sono ben definiti, il gioco può diventare un luogo speciale di evangelizzazione e di rivelazione di sé, degli altri e di Dio.

 

Il catechismo, κατηχισμός dal greco katechéo 

“istruisco oralmente”

 

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